Per la via Cardenal Payá si arriva alla piazza di Mazarelos, dove si trova l’unico arco che si è conservato delle mura medievali. La scomparsa fortificazione del secolo XI chiudeva con i suoi 2 kilometri una superficie di 30 ettari i cui limiti corrispondono più o meno a quelli dell’attuale centro storico. Abbattuta nel secolo XIX al perdere la sua funzione originale di difesa, contava con sette porte principali che permettevano di controllare l’accesso di persone e merci. Di loro soltanto restano i nomi nella toponimia urbana. L’eccezione è questo Arco di Mazarelos, la cui conservazione si deve al fatto che il Comune arrivò a calcolare parte delle mura per ampliare case vicine. È il caso della parte superiore di questa porta per la quale entravano il vino di Ribeiro ed i cereali castigliani, che continua ad essere di proprietà privata.

L’arco permette la visione della facciata del Convento delle Madres Mercedarias, fondato nel secolo XV, il cui recinto barocco fu disegnato da Diego Romai. Il rilievo dell’ingresso, opera di Mateo de Prado, rappresenta un’Annunciazione.

Facoltà di Geografia e Storia

L’edificio che ospita oggi la Facoltà di Geografia e Storia è per molti compostelani, semplicemente, ‘l’Università’. Si tratta di una massiccia costruzione neoclassica alla quale è stato aggiunta un piano tra i secoli XIX e XX, quando si decise di sostituire la figura di Minerva, che culminava la struttura, per le statue dei fondatori della casa di studi.

Questa non fu, tuttavia, la prima sede dell’Università di Santiago de Compostela, che si deve situare nel Colegio de Fonseca, vicino alla Plaza dell’Obradoiro. La fusione dell’allora Colegio di Santiago Alfeo con il Estudio Vello fondato nel 1495 a San Paio de Antealtares diede origine alla casa degli studi che ha celebrato nel 1995 il suo V Centenario. Le sue installazioni occupano oggi 1.300.000 metri quadrati e ospitano a più di 30 mila studenti, 2 mila docenti e ricercatori e mille impiegati distribuiti tra i campus di Santiago e Lugo.

Attigua all’edificio di Geografia e Storia si erge la Chiesa dell’Università o della Compañía, del secolo XVII, che appartenne ai gesuiti fino alla loro espulsione nel 1767, quando le statue della facciata che rappresentavano a San Ignazio e San Francisco Javier furono convertite in quelle di San Pietro e San Paolo. All’interno ospita interessanti retabli barocchi ed esposizioni universitarie.

Girando attorno all’edificio della facoltà verso il mercato, si gode di un’ampia vista in cui spicca l’insieme formato dal Convento di Belvís, fondato nel 1306 per accogliere le domenicane, ed il Seminario Menor dello stesso nome, che è ostello per pellegrini. Nella cappella di Belvis si venera la Virgen del Portal, una figura acui è attribuito il miracolo di ‘scappare’ sempre dalla cappella ed apparire nella piccola nicchia della portineria dove si trovava originariamente collocata.

Chiesa di San Fiz de Solovio

La via porta verso la piccola chiesa di San Fiz di Solivio. La tradizione indica che occupa il luogo dell’eremo di Paio, colui che scoprì il sepolcro dell’Apostolo nel secolo IX. Il Codice Callistino la cita tra le dieci chiese che aveva Compostela nel secolo XII. Di quell’epoca conserva soltanto la facciata. Il timpano policromato della Adoración de los Magos fu realizzato nel 1316, la torre ed il resto della chiesa attuale sono opera del fertile Barocco compostelano.

Piazza de Abastos

Questo luogo concentra l’attività del mercato giornaliero, eccetto le domeniche dall’anno 1873, quando si occuparono gli antichi campi del Conte di Altamira. I capannoni eretti da J. Vaquero Palacios alla fine degli anni 30, seguono le forme dell’architettura tradizionale galiziana, basate negli stili romanici e barocco ed in elementi delle costruzioni di paese.

La visita al mercato ha un triplo interesse: culturale, gastronomico ed architettonico. In esso si continuano a mantenere le forme del commercio tradizionale, la relazione diretta ed il mercanteggiamento, il che costituisce parte del suo fascino. Lo spazio più rilevante è probabilmente quello dedicato a pesci e frutti di mare, così appena usciti dal mare che in molti casi sono ancora vivi. Carni, pollame e conigli vivi, patate, pane, frutta e verdura, formaggi, ed anche fiori, semi e piante, completano questo ‘grande magazzino’, e permettono di capire la cultura gastronomica della Galizia.

Assieme ai posti fissi dei banchi, nella piazza de Abastos sopravvive ancora la figura della “paesana”, produttrice agroallevatrice del comune di Santiago e limitrofi, che vende il prodotto del suo raccolto. Nei giorni di massima affluenza si trovano fino a 110 paesane, raggruppate a seconda della località di provenienza ed il tipo di prodotto.

Convento di San Agustín

Oggi Colegio Mayor (universitario), fu costruito tra il 1633 ed il 1648. Nella facciata della sua chiesa colpiscono le torri incompiute: a sinistra, distrutta da un fulmine nel 1788, e quella a destra mai conclusa. Per la rúa Travesa si arriva alla chiesa di Santa Maria del Camino. Alla patrona dei pellegrini si dedica questa chiesa riscostruita nel secolo XVIII, ultimo tempio mariano del Cammino di Santiago prima di arrivare alla tomba dell’Apostolo. Spicca nella sua facciata il grande oculo vetrato, e al suo interno il retablo maggiore del secolo XVIII. Il suo nome indica anche la sua vicinanza alla Puerta del Camino, che ricorda il punto delle mura dal quale entravano in città i pellegrini e che, per quel motivo, restava aperta di notte. Oggi continua a sboccare qui l’itinerario che porta i pellegrini dal Monte del Gozo per il quartiere di Concheiros e la rúa San Pedro.

Di fronte al centro storico compostelano il tempo ha saputo riunire in un solo complesso monumentale il passato ed il presente culturale della Galizia. All’antico convento domenicano di San Domingos de Bonaval, trasformato in Museo do Pobo Galego, gli si è aggiunto come vicino il Centro Gallego di Arte Contemporanea. E ad entrambi è nato attorno un parco che ha approfittato della presenza dei terreni domenicani per creare una grande zona verde in pieno centro urbano.

Convento di San Domingos de Bonaval

Fu fondato da San Domingos de Guzmán, che volle concludere il suo secondo viaggio nelle terre dell’Apostolo con la fondazione di una comunità religiosa nel 1220, poco prima della sua morte. Soltanto la chiesa conserva elementi gotici. L’edificio attuale è in buona parte opera dell’architetto barocco Domingo de Andrade , che disegnò inoltre la sorprendente tripla scala a chiocciola senza supporto che da’ accesso alle sale del Museo do Pobo Galego. Inaugurato nel 1977, dedica le sue sale a ricuperare ed esporre materiale etnografico ed antropologico sulla vita ed i costumi della Galizia.

Chiesa di San Domingos de Bonaval

È un’opera di transizione tra il romanico ed il gotico con un’elegante absidiola dai finestroni stilizzati. La crociera ospita il Pantheon de Galizia, in cui riposano figure della storia e dell’arte galiziane, come il politico e scrittore Daniel Alfonso Castelao, il creatore della teoria del regionalismo galiziano, Alfredo Brañas, il poeta Ramón Cabanillas, la poetessa Rosalía de Castro, lo scultore Francisco Asorey e l’umanista Domingo Fontán. Nel recinto si celebrano concerti ed esposizioni.

Centro Gallego di Arte Contemporánea

Il CGAC, inaugurato nel 1993, ocupa l’edificio in granito disegnato da Álvaro Siza, architetto portoghese insignito con il premio Pritzker nel 1992. La sua collocazione è studiata per non occultare la vista del convento barocco. Nelle sue spaziose sale, che hanno accolto più di un centinaio di esposizioni, si mostrano le ultime tendenze in pittura, scultura, fotografia e opere di autori galiziani, spagnoli ed europei contemporanei.

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